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L’Accademia dei Georgofili celebra oggi non solo un grande giurista, storico del diritto e presidente della Corte Costituzionale, ma altresì un uomo di straordinaria scienza e levatura morale che, fra gli oggetti del suo impegno, ha posto anche l’agricoltura e il suo diritto, iniziando da alcuni scritti giovanili, fondamentali per la conoscenza degli ordinamenti medievali e delle forme di concessione del terreno agricolo. La sua straordinaria capacità di impegno ha dato vita, fra l’altro, all’attuale Centro studi per la storia del pensiero giuridico moderno, che ha pubblicato oltre cento volumi, e fra questi numerosi studi sulla storia del diritto per l’agricoltura. Paolo Grossi è stato anche Segretario generale dell’Istituto di Diritto agrario internazionale e comparato con sede a Firenze dal 1966 al 1983, ed ha studiato le proprietà collettive partecipando agli incontri di Trento ed ispirando, non in modo formale ma con suggerimenti sostanziali, la recente legge che ha riordinato la materia che aveva subito un grave vulnus con la legge del 1927. Socio dell’Accademia dei Georgofili – oltre che di quella dei Lincei e di quella dei Concordi – Paolo Grossi, pur fra i tanti impegni di studio e istituzionali, ha partecipato attivamente alla vita dell’Accademia, manifestando, con i suoi scritti e interventi, il forte interesse per il settore primario e per l’evoluzione dell’ordinamento di tale settore; ed anticipando con la sua prolusione del 2003 per la cerimonia di inaugurazione del 250° anno accademico dei Georgofili, dedicata agli “Aspetti giuridici della globalizzazione economica”, l’attenzione (oggi cruciale) ai temi della relazione fra regole dell’agricoltura e dei mercati e crescente globalizzazione. Nello studio della storia del diritto, secondo un percorso che ha sempre caratterizzato le ricerche dall’Accademia, Paolo Grossi ha assegnato un ruolo centrale al “diritto agrario”, individuandolo “quale branca specifica che trova la legittimazione della sua specificità in fatti rilevanti come il fondo rustico e la sua coltivazione”. Nel contempo ha lucidamente individuato l’emergere di un nuovo paesaggio giuridico, oltre che economico, ove operano organizzazioni, soggetti, ed istituti, connotati da una dimensione transfrontaliera e globale, che hanno nell’oggi effetti rilevanti e diretti nella costruzione di nuovi modelli nella disciplina dell’agricoltura e dell’attività agricola, anche all’interno di quella dimensione territoriale, che sembrava destinata a perdere rilievo, ma che alcune vicende anche assai recenti (quale la guerra in Ucraina) stanno ricollocando al centro dell’attenzione. La sua partecipazione a numerose iniziative riguardanti il diritto agrario ha permesso a cultori di questa materia di ascoltare le Sue straordinarie lezioni, brillanti nell’esposizione, profonde nei contenuti ed illuminanti. Oggi alcuni suoi allievi e studiosi di diritto agrario ne parleranno per rendergli il doveroso, affettuoso omaggio.
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