Muri di sostegno a secco: aspetti agronomici, paesaggistici, costruttivi e di recupero
Giornata di studio - ore 10.30
La mano dell’uomo si è fatta particolarmente sentire nel rendere docile alla coltivazione un territorio per 2/3 collinare e montano quale è quello italiano. Tant’è che Carlo Cattaneo osservò nel suo scritto Agricoltura e morale del 1845: “La terra adunque, per nove decimi, non è opera della natura: è opera delle nostre mani”.
I muretti a secco sono parte evidente di quest’opera. Tali manufatti sono stati oggetto di diverse considerazioni, nel passato ma anche nel presente, per valutarne quanto la loro sopravvivenza debba essere legata o meno a fattori produttivi e di conseguenza decidere sulla convenienza o meno del loro mantenimento. Ma tale decisione dipende da numerosi fattori non ultimi quelli paesaggistici legati al turismo.
Per questo è interessante capire quali sono state le esperienze acquisite nelle varie aree in cui sono stati fatti interventi in tal senso e come riversare tali esperienze in una direttiva nazionale. Il tutto anche in previsione della definizione delle modalità di finanziamento degli interventi di recupero, manutenzione e gestione.
Relazioni:
Storia e situazione attuale
Antonio Saltini
Il ruolo dei muri a secco nella salvaguardia del paesaggio
Paola Branduini
La coltivazione delle aree a forte pendenza: il caso della viticoltura
Osvaldo Failla
L’olivicoltura nelle aree terrazzate: opportunità e limiti
Antonio Boggia
Alcune esperienze acquisite - coordinatore Franco Sangiorgi
Il Parco dell’Adamello - Guido Calvi
Il parco delle Cinque terre - Franco Bonanini
Il parco dei Nebrodi - Salvatore Di Fazio
La Valle d’Itria - Michelangelo Dragone
La provincia di Firenze - Paolo Baldeschi
Un caso francese - Claude Froidevaux
Conclusioni - Franco Sangiorgi