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La crisi energetica, esasperata dal conflitto tra Russia e Ucraina, ha riportato alla ribalta l’importanza delle fonti energetiche rinnovabili rispetto a quelle fossili, come carbone, gas naturale e petrolio, responsabili di elevate emissioni di gas serra. Il nostro Paese importa il 78% del fabbisogno energetico, in larga parte coperto da combustibili fossili. Le agroenergie, intese come quelle ricavate dai processi e prodotti derivanti da imprese agricole, zootecniche, forestali e agroindustriali, sono in grado di soddisfare quasi il 50% dei consumi di energia da fonti rinnovabili e l’8,7% di quelli totali. Il loro sviluppo e potenziamento permettono di sviluppare la bioeconomia circolare e sostenibile, fornendo un importante contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di CO . La giornata di studio organizzata dall’Accademia dei Georgofili e dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati ha lo scopo di approfondire gli aspetti tecnici relativi alle agroenergie più affermate, ovvero l’energia ricavata dalle biomasse (energia termica, biogas e biometano), dal fotovoltaico e dall’eolico, oltre a verificare le possibilità di applicazione e di miglioramento della loro efficienza anche alla luce degli incentivi previsti per questo settore nell’ambito del PNRR.
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