Conoscere personalmente il prof. Vittorio Marzi e stabilire con lui un rapporto amichevole è stato molto semplice, perché si disponeva all'incontro dell'altro con una mitezza che gli era spontanea; nulla di studiato o imposto, ma una caratteristica che gli veniva "motu proprio".
Molto importante è sottolineare che sin dal primo incontro, se percepiva che l'interesse verso di lui e verso le cose che faceva, era sincero, cominciava un rapporto di reciproco scambio sul quale si poteva contare al di là dei percorsi accademici che sarebbero stati, quasi inesorabilmente, molto diversi in termini di interesse scientifico diretto, ma ugualmente orientati alla semplicità e alla schiettezza.
Altrettanto significativo è spiegare perché abbiamo definito Marzi un professore gentiluomo anche se è intuibile e facile da commentare: gli veniva spontaneo rapportarsi con gli altri con un tasso medio di autorevolezza, che con il passare del tempo sarebbe aumentata, ma mai degenerando in spocchiosa burbanza. Sempre ascoltando l'interlocutore con attenzione e rispetto.
L'atteggiamento mansueto riusciva persino a diventare un pregio diplomatico. Sappiamo che quando un suo autorevole collega barese di nascita, ma divenuto fiorentino per appartenenza universitaria, Franco Scaramuzzi, si trovò a presiedere il Comitato di consulenza per le Scienze Agrarie del CNR, dovette esaminare per ragioni di ufficio, il Centro di Studio sull'Orticoltura Industriale -diretto appunto dal prof. Marzi- ritenne opportuno di inviare in quella sede un componente del Comitato, il prof. Franco Tognoni. I due si conoscevano e quando Marzi si trovò di fronte a Tognoni, gli disse "Tognoni che t'aggia dì?". Il Toscano Tognoni rimase positivamente impressionato da questa espressione che di colpo eliminava le barriere ispettive ufficiali e riportava l'episodio entro un piano umano, senza alcun tentativo di sottrarsi ai doverosi chiarimenti. In modo analogo, nella lunga esperienza alla presidenza della Sezione Sud-Est, abbiamo sempre visto operare l'uomo Marzi prima del professore e ci commuove molto la coincidenza della sua scomparsa con la sua volontà di abbandonarne la presidenza. Passeggiando insieme a lui, poco prima del Natale del 2023, ci disse, quasi giustificandosi: ho novant'anni, sento di dover lasciare la guida della Sezione. Galantuomo, appunto, sino alla fine.
La sua carriera è stata lunga e dedicata tutta all'agricoltura pugliese, senza dimenticarsi il quadro di riferimento nazionale. Laureatosi in Scienze Agrarie a Bari nell'anno accademico 1955-56, divenne, poco dopo, assistente di ruolo e infine libero docente; vinse il concorso a professore ordinario e fu chiamato a ricoprire la cattedra di Agronomia generale e Coltivazioni erbacee nella Facoltà di Agraria di Bari nell'anno accademico 1970-71. Per più mandati è stato Direttore dell'Istituto di Agronomia generale e Coltivazioni erbacee; ha anche diretto il Centro Didattico Sperimentale "E. Pantanelli" di Policoro (MT). Su sua idea, realizzò il Centro studi sul carciofo di Polignano a Mare e, come già detto, è stato il Direttore del Centro di studio sull'orticoltura industriale del CNR. Ha tenuto vari insegnamenti, Fisica del terreno agrario, Orticoltura e Floricoltura, Agronomia generale, Coltivazioni erbacee e Coltivazioni erbacee speciali, Colture officinali.
Il prof. Vittorio Marzi è autore di oltre 250 pubblicazioni su vari argomenti di interesse agronomico con particolare riferimento ai problemi agricoli del Mezzogiorno. Organizzatore di Congressi di livello nazionale e internazionale ha partecipato a molti di essi come relatore. Infine è stato componente del Comitato della Sperimentazione agraria del MAF, di gruppi di lavoro internazionale sulle piante officinali, del Consiglio Superiore del Ministero delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali. L'Accademia Pugliese delle Scienze l'ha avuto presidente per nove anni, dal 2004 al 2013.
Per l'Accademia dei Georgofili è stato il laborioso Presidente della Sezione Sud-Est, fin dalla sua costituzione nel 2001.
Terminiamo con una nota, ancora una volta umana, sul caro amico scomparso. Commentando un concorso per borse di studio all'interno di progetti finalizzati del CNR e specificamente destinate all'area barese, ebbe a dire: molti di queste ragazze e ragazzi sono ottimi; alcuni potremo prenderli e si avvieranno ad un lavoro, salvandoli dalla disoccupazione, ma penso agli altri che rimarranno fuori e saranno senza prospettive.
Questo professore galantuomo ci ha lasciato.
(Amedeo Alpi e Massimo Vincenzini)